C’è stata molta partecipazione al Wine in Venice, il primo Red Carpet del vino. Arte, architettura, cinema e ora a Venezia anche .. vino!

Una città unica che ha reso più complicata la realizzazione dell’evento, ma indubbiamente splendida cornice di questa manifestazione.
Tanti gli eventi sold out. Wine in Venice esalta i produttori virtuosi.
Sul tappeto rosso hanno sfilato le cantine selezionate dalla preparata giuria, premiate per il loro impegno in sostenibilità, innovazione ed etica.
  • Nove Lune per la Lombardia
  • Kaltern – Trentino
  • Le Carline – Veneto
  • Lamole di Lamole – Toscana
  • Cantina Mesa – Sardegna
  • Cocci Grifoni – Marche
  • Feudi San Gregorio – Campania
  • Firriato – Sicilia
  • Gros Jean – Valle D’Aosta
  • Ippolito – Calabria
  • ER Zerbina – Emilia Romagna
  • Lungarotti – Umbria
  • Herero- Molise
  • Vigna Madre – Abruzzo
  • Venosa – Basilicata
  • Erminio Campo- Puglia
  • Castello di Uviglie – Piemonte
  • Terre di Ger – Friuli Venezia Giulia
  • Tenuta Maffone – Liguria
  • Az. Agr. Villa Simone – Lazio
Le cantine, al di là del numero di bottiglie prodotte, lavorano rispettando i principi dell’evento e sono state premiate con la partecipazione gratuita alla manifestazione.
I Talks, le masterclass, le degustazioni hanno messo in risalto le scelte responsabili dei produttori, il loro rispetto verso il territorio. È stata l’occasione per riflettere sul significato delle parole etica, sostenibilità e innovazione. Parole usate spesso anche dove un modo davvero “consapevole” di interagire con le risorse del nostro pianeta non c’è.
Da quando ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del vino, intervistando i produttori e calpestando le vigne ho avuto la sensazione che forse, rispetto alle attività che traggono beneficio dalla terra, la viticoltura è stata ed è il settore che più si interroga e si impegna rispetto al tema del manifesto del Wine in Venice. Del resto la vite vive per anni. Una vigna sana può essere il sostentamento di più generazioni. La viticoltura incarna forse il pensiero per cui si debba agire ora con rispetto assoluto delle risorse in modo che anche le generazioni future ne possano trarre vantaggio?
Presente alla manifestazione e protagonista del talk show del 30 gennaio anche Toscana Wine Architecture, la rete di cantine, nata nel 2017, primo esempio in Italia di valorizzare del vino, del design, del territorio e del turismo. Cantine che hanno investito in modo significativo individualmente ma che hanno deciso di acquisire una strategia comune di Hospitality. Cattedrali del vino, nate dalle menti dei  grandi maestri dell’architettura contemporanea tra cui Renzo Piano e Mario Botta.
Ho avuto il piacere di intervistare Francesca Pagnoncelli Folceri, produttrice, presidente del Consorzio Moscato di Scanzo e ideatrice di Wine in Venice. Per lei “la sostenibilità è un termine strausato, ma giovanissimo al contempo. Noi viviamo tra oggetti che fino a 20 anni fa non esistevano, qualcuno fino a 5 anni fa. Non siamo sostenibili e non lo saremo mai. Il mondo in cui viviamo non è sostenibile e allora cos’è la sostenibilità? Una scelta di vita personale. Fare tutto quanto è possibile per non andare contro natura. La sostenibilità è fare tutto ciò che si può fare. E possono essere mille cose. Non esiste un formula secondo me, esiste una presa di coscienza e forse la scelta di sostenibilità è l’unica scelta che si può fare. Il concetto di sostenibilità può essere declinato in vari modi. Sostenibilità è cura e semplificazione. Tornare con i piedi per terra”.
Simone Roveda, in giuria, dip. WSET dice a proposito di sostenibilità che “si tratta di una questione molto ostica”. Simone che ha portato avanti diversi studi sulla sostenibilità, tema del suo diploma, sostiene “È stato difficile trovare materiale valido. Ho studiato cantine di tutto il mondo. Oggi tutti parlano di sostenibilità, ma quasi nessuno sa cosa sia realmente. La sostenibilità banalmente è qualcosa di fattibile. Prima di tutto una cosa è sostenibile se fattibile. Si può poi parlare di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Si può essere sostenibili in tutti i tre settori. Nella mia ricerca ho analizzato la sostenibilità ambientale riferita in particolare ad acqua e energia. Ho analizzato come le cantine hanno preservato le risorse idriche o energetiche. Cosa hanno fatto di concreto. Ci sono produttori che depurano l’acqua prima di rimetterla in circolo, alcune cantine attingono dai bacini o dai fiumi, altre applicano dry farming, educano cioè le proprie viti alla mancanza di irrigazione oppure a sistemi di irrigazione intelligenti, a goccia. Le cantine nel mondo hanno esigenze diverse e hanno a disposizione risorse diverse. È necessario trovare il modo giusto per preservare le risorse e utilizzarle. Per la sostenibilità sociale ho analizzato come la cantina si rapporta con i dipendenti, come li valorizza, come crea un ambiente felice. Alcune aziende supportano i dipendenti dando loro vitto e alloggio, con corsi di formazione, dando istruzione ai loro figli. Altre aziende lavorano con persone disagiate. Frescobaldi lavora  dal 2011 con i detenuti, offrendo loro competenze sulla viticoltura e sul vino, che potranno utilizzare per costruirsi un nuovo futuro. La sostenibilità è un argomento che va spacchettato. Sostenibilità è trovare il giusto equilibrio tra i tre fattori: ambientale, economico e sociale”.
Per Giovanna Prandini, Presidente di Ascovilo, la sostenibilità è importante per la declinazione che abbraccia tante visioni che un imprenditore deve avere e di cui deve fare sintesi. Spesso si semplifica il concetto limitandolo all’impatto ambientale della nostra attività lavorativa. Questo ha il vantaggio di rendere misurabile in modo semplice l’approccio che un produttore ha rispetto al suo territorio. In realtà la sintesi non fa giustizia di tutto il potenziale racchiuso in questo termine. La sostenibilità è attenzione al territorio che prescinde dall’aspetto ecologico e abbraccia la sfera sociale ed economica. Rientra nel concetto di sostenibilità anche il dare lavoro, avere un atteggiamento corretto con i propri lavoratori, pagarli correttamente con i giusti inquadramenti, formarli nell’ottica dell’investimento sul capitale umano. L’azienda può valorizzare i propri collaboratori e fidelizzarli. Il mondo ci mette davanti molte sfide e se non si costruisce un team con persone che hanno la stessa visione diventa difficile. È importante scegliere i giusti fornitori. Essere sostenibili significa anche affrontare le criticità contingenti con un approccio che guardi al lungo periodo. Questo metodo ti porta ad adottare delle buone prassi sia rispetto all’ambiente che rispetto al mondo del lavoro. A volte abbiamo la presunzione che lavorare solo sul tecnico per avere un buon vino sia sufficiente, ma gli ultimi anni ci hanno insegnato che non basta”.