Enoturismo cos’è?

L’enoturismo è un esempio perfetto di sistema in cui alla base c’è l’azienda che lega il territorio attraverso forme di turismo esperienziale e produzioni agroalimentari, dove gusto, storia e bellezza si fondono all’espressione di un territorio.

L’agroalimentare e il vino raccontano la storia di un territorio e il nostro compito è farla conoscere: la conoscenza è valore.

Questo è un estratto del comunicato stampa del 12/3/2019 del Mipaaf, Ministero delle politiche agricole e forestali, dopo la firma del Decreto che stabilisce le linee guida e gli indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica.

L’enoturismo è quindi un’attività turistica legata alla viticoltura ed ai prodotti alimentari di un territorio, regolamentata in ogni fase da un decreto Ministeriale.

La data del 12 marzo 2019 è molto importante. Prima di questa data qualcosa era stato fatto, ma borderline, non era infatti possibile vendere attività turistica. Questo Decreto, attualmente recepito da 8 regioni, regolamenta le attività di accoglienza delle aziende vitivinicole, le attività di divulgazione e degustazione, proponendo percorsi esperienziali e turistici ed incentivando il mercato dei viaggi, delle vacanze e del turismo. La cantina diventa quindi una vera e propria struttura ricettiva.

È sufficiente produrre vino per essere considerati un’attività enoturistica? Assolutamente no.

L’attività enoturistica, è un’attività connessa all’attività agricola o vitivinicola, con finalità formativa ed informativa rivolta alla conoscenza di un territorio in cui sono presenti, oltre ad aree vitate anche le indicazioni geografiche, DOP o IGP.

L’attività formativa ed informativa contempla:

  • le visite guidate nei vigneti ed in cantina
  • le visite guidate nei luoghi di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, musei
  • le iniziative didattiche, culturali e ricreative
  • le attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, freddi preparati dall’azienda

In un paese come l’Italia che vanta un territorio diffuso vocato alla produzione della vite e cha ha visto, negli ultimi anni, un aumento di visite in cantina e di partecipazione ad eventi enogastronomici, questo decreto ha chiarito diversi punti, anche fiscali, sulla presenza del turista nelle aziende vitivinicole.

Per soddisfare questa richiesta crescente, le cantine si stanno man mano attrezzando, evolvendo nel modo di accogliere il turista, che viene posto al centro.

Nella valorizzazione del territorio si tiene conto delle esigenze del turista. La visita in cantina si trasforma in un’esperienza che coinvolge più sensi. L’offerta dovrà pertanto essere segmentata e coinvolgente.

Al di là dei requisiti stabiliti per legge, una cantina che desidera inserirsi in un percorso enoturistico deve, a mio avviso, possedere due caratteristiche molto importanti: l’empatia e la fantasia.

  • empatia: è indispensabile comprendere chi si ha davanti, percepire le esigenze del turista, essere in grado di anticipare le sue richieste
  • fantasia: è necessaria per costruire percorsi “unici” che vanno studiati sulla base del visitatore. Coppia, single, sportivo, gruppo, famiglia. Esigenze differenti. La fantasia permette di creare un percorso “sartoriale”. Nulla deve essere lasciato al caso per far vivere un’esperienza irripetibile.

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