Gran bella esperienza la mia visita all’azienda Canella, Si, quelli dell’aperitivo Bellini, conosciuto in tutto il mondo. 

Quelli del Bellini cocktail rosa pesca più famoso di sempre, il drink must have di ogni star del cinema che si prepari – quanto meno – ad una passarella d’ingresso alla Mostra a Venezia. 

Dove sono stata?  Mah, ovvio: nel loro nuovissimo e fighissimo Atelier d’Impresa, a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, nella loro sede storica, che sta proprio di fronte al mio vecchio adorato liceo, proprio proprio di fronte a quel bar che lego al ricordo d’infanzia delle “ciaccoe” della mia mamma fatte con le sue amiche, all’immagine sfocata delle cassette verdi impilate accanto al cancello dietro alla curva, in quei sereni pomeriggi lenti e nebbiosi di inizi anni ottanta, zeppi di gossip ante litteram e confidenze tra mogli di colleghi, dopo che eravamo state dalla Astrella, la parrucchiera storica che aveva il negozio lì poco più avanti…

bellini cocktail canella bellini

 

Davvero bello l’Atelier d’Impresa di Cannella, realizzato nell’ambito del progetto Piave Heritage condotto da Forcoop Cora Venezia: io ve ne caldeggio fortissimamente la visita, ed è doveroso, da parte mia, un sentito grazie a Patrizia Loiola che ha reso possibile questa mia cocktail-esperienza.

Cocktail-turismo: una figata da urlo! Perché l’enoturismo non può mica fermarsi solo al vino!!

La cosa che più mi ha colpito? La loro accoglienza, quella fatta in persona dai proprietari. Accoglienza familiare e cordialissima. 

Affabile ed elegante, di quell’eleganza autentica e ammodo, non artefatta. Ospitalità di classe, senza orpelli, quella della gente per bene, di gente che lavora sodo e che non si è montata la testa nemmeno di fronte ad un invidiabile successo. 

Emozionatissima ed euforica, stavo come Alice nel paese delle meraviglie, all’ingresso di u’nazienda che da tanto desideravo visitare. Curiosa e in attesa della meraviglia. Sorprendentemente orgogliosa delle mie origini anche un po’ sandonatesi.

Nicoletta mi ha accolta, gran donna prima ancora che grandissima imprenditrice, ed ha cominciato a narrare i processi produttivi che avvengono li, in quella che una volta era una porzione periferica della città, e che ora è pulsante centro cittadino, raccontando nel dettaglio delle spumantizzazioni e delle operazioni necessarie a ottenere i cocktails. Rispondendo pazientemente e con dovizie di particolari a tutte le domande che le ho fatto, e giuro di domande ne ho fatte davvero tante, le ho praticamente chiesto di tutto e di più sia sulla spumantizzazione che sui loro cocktails!!! 

 

Casa Vinicola Canelli La linea di confezionamento è impressionante, mastodontica, funzionabilissima. Accurata in ogni dettaglio.  Tecnologia all’avanguardia che procede in ogni step con la precisione di un orologio svizzero. Dalla preparazione delle bottiglie, al riempimento, alla tappatura, alla preparazione delle confezioni fino alla costituzione dei pancali, alla fasciatura e alla preparazione per la spedizione. Ah …i tappi volano!! e quando li ho visti mi sono sentita una bambina in visita nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka!!! (n.d.a.: la macchina imbottigliatrice usa un sistema di convogliamento tappi che li fa passare attraverso un tubo aereo trasparente, e sembra che volino)

 

Ero elettrizzata e tutt’ora al ricordo sorrido come di fronte a un’opera d’arte, carpita tanto che non posso non raccontarvi la storia bella di questo successo italiano, fatto di lavoro e sani principi, determinazione e costanza. Storia bella che Nicoletta mi ha narrato per immagini, condividendo con me foto capaci di commuovere, i loro scatti di famiglia (in formato cartellone).

Tutto ha inizio nel 1947 al “Forte del ’48 “ – storica Osteria sandonatese:  Giovanna chiede al figlio Luciano Canella di procurarle del vino da servire ai suoi clienti in trattoria. Serviva un vino leggero e beverino. Ma, carattere istrionico e indomito – si dice le sue velleità circensi lo distraessero un po’ dall’attività di famiglia – quel vino “comune” non lo soddisfaceva appieno. E allora si fa regalare da un produttore locale delle vecchie bottiglie di spuma dal tappo meccanico e le riempie di vino, spumantizzandolo e dolcificandolo artigianalmente.  

E quelle bollicine fanno il botto. Da subito cominciarono ad attirare nuovi clienti nell’osteria della madre, tanto che anche gli altri ristoratori locali si interessarono a questi nuovi vini, leggeri e frizzanti. E Luciano iniziò così la produzione delle sue primissime bottiglie etichettate.

Casa Vinicola Canelli Gli anni passarono veloci e nel 1952, non riuscendo più a soddisfare la richiesta, aumentata a dismisura, si dovette costruire la sua prima cantina a San Donà di Piave, ma soprattutto formò la sua prima squadra. Che sarà poi una famiglia. 

(Conosco personalmente chi da Canella ha speso una vita e mi ha sempre parlato con affetto di una realtà lavorativa dove si stava come a casa)

Siamo ormai agli inizi degli anni ’60, ed i vini Canella non solo già erano presenti nei migliori ristoranti della zona, ma erano soprattutto pubblicizzati da “influencer ante litteram” di tutto riguardo. Volete i nomi? Beh stiamo parlando di stars del calibro di Vittorio Gassman e Nicola Arigliano, come raccontano le suggestive foto in bianco e nero esposte nella sala degustazione dell’Atelier. 

Spirito innovatore e antesignano di future tendenze, Luciano fa propri, attuandoli in tempi non sospetti, i concetti di testimonial, branding e marketing! 

Vini Canella aperitivo belliniSuccede così che la “C”, Capital Letter di Canella, si trasforma, subisce una simpatica metamorfosi e si antropomorfizza in un cameriere che porta un vassoio sul quale sta appoggiato un bicchiere vino. Succede così che nasce a questa maniera il logo storico, logo che, modernizzato, si trova ancora in tutte le bottiglie Canella.  L’azienda punta e crede molto nella forza della pubblicità e investe – capofila – nei primi esperimenti di cartellonistica stradale, piazzando insegne pubblicitarie che invitano all’acquisto di spumante italiano, sulla via delle vacanze e delle spiagge Jesolane. Gli anni sessanta sono importanti per la ditta, non solo perché il loro Prosecco è ormai quello considerato “lo spumante ideale” per brindare nelle grandi occasioni, ma anche perché Canella cresce, cresce, cresce. E passano gli anni. 

Il Bellini cocktail, bisogna dirlo, nel 1988 è un aperitivo già molto molto famoso, è un aperitivo delicato e dal basso contenuto alcolico, che rappresenta al meglio la dolce vita italiana e richiama subito lo charme di Venezia. 

Lo si prepara nei migliori caffè della laguna, negli hotel pluristellati e lussuosi, nei locali frequentati dai vip, nei bar, soprattutto in quelli chic. Ma lo si prepara. In modalità estemporanea. Lo si miscela al momento e lo si serve al bicchiere. E invece a Luciano viene in mente l’idea geniale di prepararlo e venderlo già imbottigliato: è il 1988. Luciano ha l’intuizione che gli cambia la vita. 

Avvia così la commercializzazione del prodotto finito. Il Bellini cocktail già miscelato. Già messo in bottiglia. E spacca.

Casa Vinicola Canella bellini cocktailE, in più, siccome vuole rappresentare al meglio -all’estero- quell’aperitivo italiano così iconico, non può fare altro che riproporlo nel modo più fedele e più vicino possibile alla ricetta originale: sceglie quindi di piantare il proprio pescheto proprio a San Donà di Piave.  A casa. L’idea, lo sapete tutti, ha un grande successo, apre le porte a molti mercati internazionali, e trasforma una Azienda in un Impero, di cui San Donà va estremamente fiera. 

Oggi Alessandra, Lorenzo, Nicoletta e Monica, assieme a Tommaso, figlio di Lorenzo, portano avanti con davvero tanto entusiasmo e tanta passione quell’azienda di famiglia, conosciuta in tutto il mondo e sorseggiata dal jet set internazionale.