Anche quest’anno ho partecipato al Modena Champagne Experience, manifestazione ideata e organizzata da Lorenzo Righi, direttore di Società Excellence. 

L’evento alla sua quinta edizione ha riunito migliaia di appassionati e operatori di settore. In degustazione 141 tra vignerons e maison.

Molto apprezzate le Masterclass tenute da Alberto Lupetti e Alessandro Scorsone. 

Grande attenzione all’impegno femminile nel mondo dello Champagne, grazie alla tavola rotonda con La Transmission, associazione “in rosa”. 

Ho avuto il piacere di partecipare al dibattito “Lambrusco e Champagne: sfide e prospettive per le bollicine nel mondo”, moderato dal giornalista del Gambero Rosso Marco Sabellico, con la partecipazione di Vincent Legras (Pierre Legras),  Alice Paillard (Bruno Paillard), Jean-Hervé Chiquet (Jacquesson) insieme a Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi) e Sandro Cavicchioli, enologo e produttore del territorio del Lambrusco.

Molto interessante ascoltare come il cambiamento climatico abbia impattato in modo differente su due realtà, quella italiana e quella francese, mondi enologici diversi con in comune l’esigenza di affrontare temi che stanno impattando il mercato delle bollicine. 

Il climate change ha portato lo Champagne a fare un salto di qualità. L’attenzione deve essere posta al mantenere il titolo alcolometrico attuale, dice Pierre Legras, e sempre si deve lavorare nel giusto equilibrio con il territorio, aggiunge Alice Paillard. 

Durante gli interventi dei produttori francesi è emersa l’importanza del Comité Champagne e del servizio tecnico che mette a disposizione, con studi ed esperimenti che proiettano nel futuro. 

Riccardo Cotarella invita a prendere spunto dallo Champagne per valorizzare il nostro patrimonio di uve che si prestano alla spumantizzazione e che nella loro trasversalità rappresentano la forza e il valore della biodiversità del territorio italiano. 

Un cenno anche alla pandemia, evento avverso che ha visto ridurre drasticamente le richieste da parte del settore Ho.re.ca., ma che ha  portato ad un aumento del consumo domestico.

Tra gli assaggi segnalo: 

Georges Vesselle

Assaggi di Bouzy, paesino di 1000 anime ai piedi della montagna di Reims. Diciotto ettari 90% Pinot Nero, 10% Chardonnay, tutti Grand Cru dal 1911. 

Champagne brut Grand Cru, 90% Pinot Nero, 10% Chardonnay, vivace, fresco, elegante. 

Champagne brut Rosé Grand Cru, 90% Pinot Nero, 10% Chardonnay, delicato ma di carattere.

Champagne Brut Nature millesimato 2015 Grand Cru, 90% Pinot Nero, 10% Chardonnay, ricercato, minerale ed elegante.

Champagne Extra Brut Blanc de Noirs Grand Cru. Struttura e potenza. 

Champagne Cuvée Juline Grand Cru, 80% Pinot Nero, 20% Chardonnay. Juline è la Cuvée Prestige dell’azienda. Il nome è l’unione dei nomi delle nipotine adorate di Georges Vesselle. Nasce dall’assemblaggio delle migliori riserve. 

Champagne Extra Blanc de Blancs Grand Cru, 100% Chardonnay. Agrumato, complesso in bocca. 

Chassenay d’Arce

Chassenay_darche_confidences   Chassenay_darche_rosato

Ultimo arrivato in casa Meregalli. 

Trecento ettari di vigneto nella Côte des Bar e 130 famiglie. Una Maison che è stata tra le prime negli anni ’50 a scommettere in questo territorio. 

Pinot Nero e affinamenti più lunghi di quanto impone il disciplinare sono i tratti distintivi di questi spumanti che ben descrivono il territorio. 

Cuvée Première 61% Pinot Nero e 39% Chardonnay, 36 mesi sui lieviti

Cuvée Rosé  60% Pinot Nero, 33% Chardonnay, 5% Meunier 2% Pinot Bianco, 48 mesi sui lieviti

Audance Millesimato 2014 100% Pinot Nero, 72 mesi sui lieviti

Confidences Rosé, millesimato 2012, 86% Pinot Nero, (13% vino rosso), 12% Chardonnay, 2% Pinot Bianco. 72 mesi sui lieviti. 

Albert Lebrun

Dalla Côte des Blancs tutta la tradizione della regione. 

Blanc des Blancs Grand Cru Brut Millesimato 2015, 100% Chardonnay, 86 mesi sui lieviti, legno e malolattica per uno spumante cremoso 

Agrapart

Ogni parola è superflua per Les 7 Crus – Extra Brut, 90% Pinot Nero e 10% Chardonnay, 

Encry

Encry champagne

Conferme, spumanti eleganti in cui emerge la territorialità. 

Segnalo Zero Dosage Grand Cru Blanc des Blancs, 100% Chardonnay, 42 mesi sui lieviti. 

Bellissima persistenza per Brut Millesimé 2014 Grand Cru Blanc des Blancs, 60 mesi sui lieviti, finale leggermente amaricante.

Sorprendente Extra Brut Matiere Grand Cru, “Materia” dei 3 villaggi. Chardonnay in purezza, 43 mesi sui lieviti. Una grandissima sapidità. 

Conferme anche per Charles Heidsieck

Charles Heidsieck 2012 Blanc des Millénaires 2007

Brut Reserve 60% dei migliori vini dell’annata, 33% Chardonnay, 33% Pinot nero, 33% Pinot Meunier. 40% vini di riserva con un’età media di 10 anni metà Chardonnay e metà Pinot nero. La permanenza sui lieviti è di 36 mesi.

Rosé Reserve, 80% selezione dei migliori vini dell’annata con un terzo Chardonnay, un terzo Pinot nero, un terzo Pinot Meunier, 20% vini di riserva con un’età media di 10 anni metà Chardonnay metà Pinot nero, Il colore è dato da un 5% di Pinot nero vinificato in rosso. 

La permanenza sui lieviti è di 36 mesi. 

Brut millesime 2012, 60% Pinot nero 40% Chardonnay mesi sui lieviti 96. 

Non ho mai nascosto la mia passione per il Blanc des Millenaires, 2007. 

Tarlant 

Cuvée Louis, millesimo 2014, 50% Chardonnay e 50% Pinot Nero, 80 mesi sui lieviti. Complesso.

Piacevolissima scoperta 

Régis Poissinet con Terre d’Irizee. Da vendemmie 2013,2014,2015,2016. 84% Pinot Meunier e 16% Chardonnay. Piccole parcelle sparse su alcuni dei migliori villaggi a Cuchery, utilizzo del cavallo in vigna e nessun erbicida. 

Terre_dirizee