Lo Champagne è un vino che abbiniamo a sentimenti di felicità, di contentezza, a momenti di condivisione, a quando ci sentiamo soli o tristi o quando dobbiamo farci accettare da qualche amico. Un vino per diversi momenti. Ma qual è la sua storia?
La particolarità dello Champagne è che si tratta di un vino che continua un processo di trasformazione quando tutti gli altri l’hanno già concluso.
Nella produzione dello Champagne sono molto importanti le scelte in vigna e in cantina, scelte fatte di sensibilità, di tradizione e di esperienza.
Il territorio diventato poi Champagne è stato “scoperto” dai romani. Si deve a loro la diffusione della vite in questa zona. Cercavano un territorio che fosse valido anche dal punto di vista commerciale.
Ma quali sono le tappe fondamentali per questo vino così conosciuto e apprezzato?
Plinio il Vecchio nei suoi scritti lodava 2000 anni fa i vini meravigliosi assaggiati nella città di Ay, già allora straordinario punto di riferimento del mondo vinicolo e prima denominazione ante litteram.
Le invasioni barbariche distrussero tutti i vigneti. Nel V secolo con l’arrivo di Saint Remy si fece molto per la viticoltura, sostentamento alimentare ed economico. In questo preciso momento storico la viticoltura passò da religiosa a laica.
I proprietari terrieri cominciarono a proporre i loro vini alla borghesia e riuscirono a raggiungere le corti più importanti d’Europa, le vigne vennero riscattate.
La guerra dei Cento anni tra il 1337 e il 1453 tra i regni di Francia e di Inghilterra segnò la crisi del commercio dei vini francesi sul mercato oltremanica e favorì quello invece fiammingo.
Tra il XIII e il XIV secolo nacque il termine “Vin Français” per definire i vini prodotti nel territorio di Parigi che si estendeva fino alla zona della Champagne. Già in questo periodo non venivano vinificate le uve non ritenute all’altezza di originare un valido prodotto. Determinante è stata la vicinanza con la Borgogna. Con questa Regione si andò creando una vera e propria competizione: la Querelle des vins. Durata 120 anni avrebbe dovuto stabilire quali vini tra quelli prodotti in queste due Regioni, sarebbero stati i migliori. Si parlava soprattutto di rossi, motivo per cui, nel territorio dello Champagne si è puntato sul Pinot Nero. L’esito di questa “battaglia” durata 120 anni, si concluse con la decisione, da parte dello Champagne, di produrre un vino completamente differente. Inutile competere, meglio esplorare una nuova tipologia produttiva e conquistare un nuovo pubblico: gli inglesi, già amanti dei vins Clair di Bordeaux.
Nascono così i vins gris, che dominano il mercato per 200 anni, fino al 1662, quando venne scoperta la rifermentazione dovuta allo zucchero.
La svolta per la Champagne avvenne grazie a Dom Perignon, responsabile della cantina dell’Abbazia d’Hautvillers dai 30 anni fino ai 77 anni, anno della sua morte. Dom Perignon si arrese alla naatura e, invece di contrastare questo fenomeno del perlage, cercò di migliorare tutti i processi produttivi dalla vigna alla cantina. Dom Perignon stilò un vademecum di regole da seguire:
- Scegliere e coltivare i terreni migliori
- Puntare sui terreni in collina piuttosto che quelli pianeggianti
- Preferire le vigne più vecchie e le rese più basse
- Preferire l’uva a bacca nera perché più stabile a livello di colore
- Differenziare i CRU e assemblare le uve (uvaggio) e non i vini (taglio)
- Assaggiare le uve prima della vinificazione
- Pressatura soffice
- Utilizzo del mosto fiore
- Utilizzo di tappi in sughero
- Utilizzo di bottiglie con vetro più spesso
- Preferire la qualità alla quantità
Il vino creato da Dom Perignon fu un grande successo, qualcosa di metafisico, di inarrivabile. Dopo di lui, diverse figure promossero la produzione di questo vino. In particolare, primo tra tutti, Luigi XV che, con il Regio decreto, nel Maggio del 1728, diede la possibilità di distribuire questo vino sull’intero territorio francese in bottiglia, in contenitori da 50 o 100 pezzi, i “Flacons”.
Da questo momento è tutto un susseguirsi di date, fatti e scoperte interessanti per questa regione.
- Nascono le prime Maison.
- Nel 1729 Nicolas Ruinart, fonda la più antica Maison di Champagne.
- Jean-Remy Moët, fornisce Napoleone Bonaparte.
- Nel 1801 viene introdotta la chaptalisation, l’aggiunta di zucchero nel mosto, soprattutto nelle zone in cui le uve non raggiungono la perfetta maturazione.
- Nel 1818 François Clicquot inventa la table de Remuage.
- Nel 1825, le tireuses. Viene creata una macchina per spillare il vino dalle botti e metterlo in bottiglia.
- Nel 1827, la macchina tappatrice
- Nel 1836, rèduction, grazie a Jean-Baptiste-François, farmacista si inizia a dosare la quantità di zucchero da aggiungere per la seconda fermentazione.
- Nel 1844 viene introdotto la capsula con la gabbietta, la macchina per il dosaggio e il lavaggio
- Nel 1874 Jeanne Alexandrine Louise Mélin Pommery inventa il Brut.
- Nel 1877 nasce la macchina per legare i tappi
- Nel 1884 nascono il degorgement a la glace,
- Krug si spinge sul mercato russo mentre Bollinger su quello inglese.
- Tra il 1889 e il 1913 lo Champagne vive uno strano periodo, un’età dell’oro, venti anni di grandi vendemmie ed esportazioni.
- Nel 1890 la fillossera inizia la sua lenta distruzione. Lenta perchè le vigne venivano bruciate per rallentare l’azione e per il clima più freddo.
- Nascono le prime associazioni: l’Union des Maisons de Champagne (1882) e il Syndicat General des Vignerons (1904).
- Nel 1908 nasce la prima definizione della zona: Champagne delimitè.
- Più tardi nel 1911 scoppiano delle rivolte. Alcune zone a sud rimangono escluse dalla prima definizione. In realtà le rivolte riguardano anche i costi di produzione parecchio alti.
- Gli anni a cavallo delle due guerre furono molto difficili e portarono alla nascita delle cooperative e ad una modernizzazione. Nel 1936 nasce l’AOC.
Qualche numero:
La Champagne si trova nell’areale del bacino parigino, una depressione con diversi dipartimenti. Si tratta di una zona difficile. La regione della Champagne si trova a circa 150 chilometri a est di Parigi, tra il 47° e il 50° parallelo. I vigneti sono tra i più settentrionali al mondo (insieme a Mosella e Alsazia). È più unico che raro fare uve che arrivano a maturazione, anche se le cose sono molto cambiate con il riscaldamento globale. Lo Champagne nasce da uve che devono soffrire, che provengono da un clima umido e piovoso, oceanico ma continentale con estati solo parzialmente miti. Luglio è il mese più piovoso e la temperatura media si aggira intorno ai 10°C. Gli sbalzi termici sono contenuti tra stagione e stagione.
Le ore di sole sono 1650 che scendono a 1440 nel periodo che intercorre tra il germogliamento e la fioritura. Le gelate primaverili sono molto frequenti, si mettono le stufette e si bagnano i germogli per farli ghiacciare. Il clima è borderline per la viticoltura e non sempre le cose vanno a buon fine.
Il territorio è costituito da numerosi avallamenti, è prevalentemente gessoso, gode della protezione di foreste. Il territorio della Champagne si è creato grazie a terremoti, che hanno rotto la crosta impregnandola di elementi marini, fossili di un mare ritirato: Belemnite quadrata, conchiglie, seppie e calamari, e Micaster – ricci di mare, alghe unicellulari di circa 75 milioni di anni fa. Sopra la crosta, lignite (carbone fossile), sabbia, argilla. Le radici delle viti affondano e assorbono questi elementi determinando la finezza e la leggerezza del vino.
Questo terreno riflette il sole, è friabile, ben drenato, immagazzina molta acqua. Non va mai in asfissia e dona uve molto fini. Declivi con pendenze medie del 12% con punte che arrivano al 59%, buon soleggiamento delle viti che godono di ottime esposizioni a sud, sud-est e est.
Cinque zone: la Montagne de Reims, la Vallée de la Marne, la Côte des Blancs, la Côte de Sézanne, l’Aube. Reims si trova a 49,5° di latitudine nord, Epernay a 49°. Complessivamente sono vitati 34446 ettari. Le vigne si piantano solo ed esclusivamente dove si piò avere un prodotto di qualità. La distanza tra le piante è di 60-70 cm, per un’alta densità per ettaro: 8000 piante. La resa è di 155 quintali per ettaro. Sembra alta ma in Champagne, la resa si fa in pressa. L’eccedenza viene tenuta come vino fermo in cantina e si può utilizzare solo previa autorizzazione. Si imbottiglia nella zona. La produzione è molto regolamentata. È ammessa la disacidificazione con carbonio di potassio. I vin de Reserve vengono tenuti in magnum o legno.
I proprietari sono 15700 per 12.900 viticoltori suddivisi in grandi maison, i négociant-manipulant che creano le cuvée de prestige, i récoltant-manipulant, vignaioli che coltivano il proprio vigneto e vinificano direttamente; le coopérative de récoltants, che lavorano le uve conferite dai propri aderenti ed in seguito vendono lo champagne con uno o più marchi di proprietà; i récoltant-coopérateur, vignerons che conferiscono le loro uve a una cantina cooperativa che procede alla vinificazione. Otterranno, dopo il tirage, una quantità di vino pari al volume di uva consegnata: le bottiglie avranno una loro etichetta, ma il vino sarà una miscela di uve conferite da altri.
Gli ettari prodotti sono 3,1 milioni, 320 i Cru (di cui 12 Grand Cru, 38 Premier Cru e 269 Non Classée), più di 300 milioni di bottiglie prodotte ogni anno con uno stoccaggio di almeno 1 miliardo.
Il Pinot Nero con i suoi 47 cloni, rappresenta il 57% della coltivazione a Montagne de Reims e l’87% nell’Aube: i Blanc de Noirs mostrano un colore giallo brillante dai riflessi ramati, con un naso di frutta gialla, pesca, prugna e frutta secca, frutti rossi, mora, lampone e fragola, agrumi, pompelmo e mandarino su tutti, le speziature sono eleganti, cannella e chiodi di garofano, tabacco. All’assaggio, potente e minerale, note fumé e ottime sia l’acidità che la sapidità. Il Meunier è presente per il 62% nella Vallée de la Marne, lo Chardonnay è il protagonista indiscusso con il 97,1% della Côte des Blanc. Il Blanc de Blancs è più floreale, minerale, sentori di gesso, nocciola, pane tostato, miele, frutta secca e mela cotogna, fruttato ed esotico. Molto premiato negli ultimi anni riflette la complessità geologica del terreno in cui cresce.
Lo Champagne è un vino molto versatile, abbinabile a tutti i piatti, svincolato dai classici abbinamenti, fuori dagli schemi, va oltre l’abbinamento vero e proprio. È un vino trasversale.