Che lavoro svolgono le radici della vite? Che forma hanno? Che estensione hanno? Come si svolge di preciso la loro attività? Quali sono i fattori che le possono ostacolare?

Il lavoro che l’apparato radicale di una vite svolge è davvero imponente. Le radici di un vigneto asportano in una regione moderatamente calda dai 4 ai 500 mm di acqua durante tutto il periodo della stagione vegetativa. Asportano anche 80 kg tra sostanze minerali e microelementi.

Tutte queste sostanze minerali si trovano però nel suolo in concentrazioni molto blande. La loro ricerca e il loro assorbimento richiedono uno sviluppo imponente e un rilevante consumo di energia da parte della radice.

Le radici della vite svolgono per la pianta un lavoro imponente. Ricercano nel terreno acqua e sostanze minerali per il nutrimento.

Sono state fatte molte ricerche sulle radici delle viti adulte. L’apparato radicale generalmente è superficiale ed è contenuto all’interno di un metro di profondità e si espande lateralmente per tutto lo spazio che trova disponibile.

Una vite adulta possiede una decina di grosse radici più o meno orizzontali e parecchio ramificate. Poche radici si estendono verso il basso. La radice di una talea è un organo dal calibro di un millimetro o poco più. L’apice si accresce per moltiplicazione cellulare, segue una zona di distensione ricca di peli radicali. questa è una zona di altissimo assorbimento. Le radichette assorbenti si formano in grande numero e muoiono rapidamente. Quelle che sopravvivono diventano radici fibrose, successivamente grosse radici.

Come tutti gli esseri viventi la radice della vite è sensibile a una grande quantità di stimoli e utilizza gli stessi stimoli per dirigersi.

Gli stimoli a cui la vite risponde sono:

  • La gravità, vale a dire la tendenza a dirigersi verso il basso. Varia con il corredo genetico della vite e a seconda del portainnesto. Alcuni portainnesti infatti indirizzano le radici verso il basso, altri invece le indirizzano in modo orizzontale. 
  • La necessità di ossigeno. Più compatto e umido è il suolo, più superficiale e suddiviso è l’apparato radicale.
  • Necessità di acqua. Nei terreni sabbiosi e sciolti che hanno un’importante perdita di acqua, l’apparato radicale tende ad approfondirsi.
  • Elementi fertilizzanti. Le radici hanno l’abitudine di frequentare le zone del suolo più fresche, ricche e fertili. 

Lateralmente le radici della vite tendono ad espandersi per grandi distanze finché trovano spazio. Esiste però la competizione degli apparati radicali delle piante vicine.

Il grado di competizione varia a seconda della specie.

Una curiosità: una forte potatura che va a nanificare la chioma, nanifica anche l’apparato radicale. Le viti molto piccole allevate, per esempio, ad alberello hanno un apparato radicale ridotto.