Lotta integrata, coltivazione biologica e biodinamica, qualche appunto utile.

La lotta integrata è stata introdotta da qualche anno dalle aziende vitivinicole. È un sistema per ridurre gli attacchi dei parassiti come funghi e insetti grazie all’impiego molto ridotto o addirittura nullo di alcuni principi attivi. 

L’obiettivo della lotta integrata è quello di creare un ambiente, intorno alla vite, in grado di assicurare un migliore sviluppo e una maggiore resistenza ai parassiti.

Nella lotta integrata i metodi colturali, biologici, biotecnici e chimici sono impiegati in modo coordinato. L’eliminazione degli insetti avviene sfruttando il loro potere competitivo nei confronti degli agenti patogeni.

È un passaggio tra la difesa guidata e la coltivazione biologica.

L’impiego dei mezzi chimici viene indicato in appositi disciplinari, specifici per ciascuna coltura. Questi disciplinari stabiliscono:

  • i metodi di campionamento e di monitoraggio
  • le soglie di intervento;
  • le sostanze attive utilizzabili;
  • il numero massimo di applicazioni.

L’ apporto equilibrato di fertilizzanti, dona alle piante una maggiore resistenza alle malattie, mentre quantità di azoto in dosi eccessive portano alla crescita di nuova vegetazione, più facilmente attaccabile dai parassiti.

Dove possibile, per limitare gli attacchi dei parassiti, si impiega la rotazione colturale.Le erbe infestanti vengono eliminate senza diserbo chimico, questo comporta una riduzione degli insetti.

La potatura, per ridurre il numero dei parassiti presenti si concentra sull’eliminazione delle parti infette.

La lotta integrata prevede anche l’utilizzo di metodi meccanici, come la raccolta diretta di insetti, l’uso di trappole meccaniche, il taglio di rami infestati, ricoveri artificiali come paglia o stracci ai piedi degli alberi.

Biologica e Biodinamica

La coltivazione biologica esclude l’utilizzo di diserbanti sulle erbe infestanti e l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi per la difesa dagli insetti e funghi. È consentito l’intervento con prodotti a base di rame e zolfo contro funghi quali peronospera e oidio e l’intervento con prodotti a base di argille e solfiti contro insetti e botrytis cinerea.

La coltivazione biodinamica invece si rifà ai modelli di Steiner del primo novecento (Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura). È una tipologia di coltivazione che restituisce l’importanza all’equilibrio del terreno e delle forze della natura.

Si parte quindi dal piantare la vite in terreni già particolarmente vocati, nel pieno rispetto delle caratteristiche di questo terreno e di quello che il terreno stesso trasmetterà alla vite. Si basa sul recupero di pratiche tradizionali, come la rotazione delle colture.

Nell’agricoltura biodinamica, ciò che viene “somministrato” alla pianta o al terreno, è un preparato in dosi omeopatiche. Questo porta ad un risanamento del terreno e ad una qualità superiore dei prodotti.

Nell’agricoltura biodinamica l’azienda agricola viene considerata al pari di un organismo vivente all’interno del quale, si trovano in equilibrio la terra, la vegetazione, gli animali e l’uomo.

Lavora quindi su un piano superiore e puro, che implica l’osservazione della terra nell’arco delle 4 stagioni. Osservazione che porta maggiore fertilità. C’è un pensiero profondo nella biodinamica, in cui chi lavora la terra è considerato alla stregua di un sacerdote. Nella Biodinamica si lavora con forze invisibili.

“Non si potranno mai capire le piante, gli animali, i parassiti presi ognuno per sè. Dobbiamo considerare tutto l’universo per spiegare il mondo vivente delle piante.

La vita proviene da tutto l’universo, non solo da quella che la terra ci offre. La natura è tutt’uno e le forze fluiscono da tutte le parti. Cosa fa lo scienziato oggi? 

Prende un preparato, lo scinde e lo studia tenendolo isolato dall’ambiente esterno e lo scruta al microscopio. È esattamente il contrario di quello che bisogna fare per capire il macrocosmo. Non solo ci si isola in una stanza, ma ci si isola dallo splendore del mondo. Null’altro esiste, se non quello che si centra con la lente microscopica. Ma se noi ritroveremo la strada verso il macrocosmo, allora capiremo di nuovo la natura e altro ancora”

(R. Steiner, sesta lezione 24.06.1924).