Ruggine, la parola rimanda all’immagine di un metallo corroso, dimenticato, che non risulta più idoneo al suo compito. Si riempie di ruggine l’uomo con il tempo, i sentimenti non nutriti, tutto quanto viene affidato all’oblio.

Ruggine è il nome di un vino delle Marche. Un piccolo gioiello prodotto da un vitigno particolare, il Bordo, sulle colline marchigiane in provincia di Ascoli Piceno. Il nome ha attirato la mia curiosità. Ruggine è un vino che evoca immagini nuove, infinite e profonde sfumature di colore che altro non sono se non il preambolo di un mondo da scoprire attraverso il calice.

Ruggine mi ha portata qui, in questa azienda legata al territorio, dove con passione Emanuele, col fratello Daniele produce, nel rispetto dell’ambiente, vini capaci di esprimere un territorio unico, di farne emergere l’essenza.

Emanuele risponde alle mie domande, tra un lavoro di vigna ed uno di cantina.

Come sei arrivato al mondo del vino?

Mi sono avvicinato al vino fin da piccolo perché ci sono cresciuto, tramite il nonno e successivamente tramite i miei genitori.

Il ricordo più emozionante legato al vino?

Sicuramente quando ho imbottigliato la prima annata

Un aneddoto legato al vino che ti sta a cuore

Sicuramente un ricordo che mi lega al passato, con mio nonno che fin da piccolo mi portava in cantina e mi faceva bere un pò di vino con l’acqua. 

Raccontami la sua storia 

La mia passione per il vino nasce con mio nonno Giuseppe che, alla fine degli anni sessanta, da mezzadro, riesce a riscattare le terre che coltivava. Negli anni novanta mio padre impianta nuovi vigneti sempre rispettando le varietà autoctone e insieme a mia madre Clara Marcelli nel 1992 trasforma l’azienda in biologica. Un filo conduttore tra le diverse generazioni è quello di non aver mai utilizzato prodotti di sintesi nella nostra terra, rispettando la biodiversità. Nel 2005 è stata costruita la nuova Cantina.

Se non facessi il produttore?

Sono architetto, credo farei quello

Cos’è il vino delle Marche per te? 

Espressione del territorio 

Cosa ti piace del vino? 

La sua complessità e il suo mutare nel tempo e nelle stagioni

Il territorio dei tuoi vini… 

L’azienda si sviluppa per 40 ettari di cui 10 vitati, il resto a seminativo, uliveto e boschi. L’altitudine è di 250 metri s.l.m e i terreni hanno una sedimentazione di argille con sovrastanti sabbie e arenarie con biocasti fossili.

Da dove nascono i nomi dei tuoi vini? 

Corbù è una dedica all’architetto le Corbusier, Ruggine dal colore scarico, quasi aranciato che lo distingue durante la fermentazione, Irata da una canzone e al contempo dalla parola ira che da quel carattere al pecorino, e K’un è una parola orientale che significa “madre terra, rappresenta la fertilità”.

Ruggine un piccolo gioiello

Ruggine, Riserva di un evoluzione del vitigno Grenache giunto sul territorio da una transumanza dei pastori sardi provenienti dalla Maremma e dalla Tuscia. Nelle marche chiamato anticamente Bordò. Cinque anni di invecchiamento tra fermentazione ed evoluzioni in acciaio e successivamente evoluzione in legno e bottiglia.

Molto belle le etichette, come nascono?

Alcune le abbiamo disegnate noi, altre l’artista Matteo Pericoli.

Il vino che più ti assomiglia e perché  

Ogni vino mi assomiglia perché chi per una caratteristica chi per un’altra, è frutto del territorio e di un pensiero.

Una parola nel mondo del vino che ti piace. 

Vignaiolo 

Se i tuoi vini fossero delle canzoni?

Society dei Pearl Jam

Killing in the name Rage Against the machine

Eraser Christian Scott

Delle opere d’arte? 

Dai quadri di Magritte, alla pop art di Basquiat  e Mario Schifano