L’Alto Adige è una piccola regione interamente montuosa, dove solo il 15% della superficie è coltivabile e produce vini di qualità.

La parte restante è coperta per il 70% da boschi e per il 15% è totalmente improduttivo. Gli ettari vitati sono circa 5500, i produttori circa 5000 per un ettaro di vigneto a testa. Le vigne che si trovano a un’altitudine che va dai 200 ai 1.000 metri sul livello del mare.

La regione è interamente attraversata dal fiume Adige. Tutte le valli altoatesine hanno un modellamento tipicamente glaciale.

Il territorio è costituito nella zona di Bolzano prevalentemente di porfido rosso, mentre il territorio di Bressanone è ricco di granito. Entrambi i territori, permeabili, garantiscono freschezza ed un basso tenore di tannini. Le radici sono costrette ad andare in profondità restituendo spiccate note minerali. 

Il clima, di montagna, è caratterizzato da inverni rigidi ed estati fresche con forti escursioni termiche stagionali e giornaliere, che garantiscono un buon corredo aromatico. Le precipitazioni sono distribuite uniformemente nel corso dell’anno. La presenza delle montagne fa da barriera rispetto ai venti freddi del nord ed al föhn. Il clima ha reso possibile una viticoltura di qualità. Le caratteristiche pedoclimatiche garantiscono una varietà davvero incredibile.

I sistemi di allevamento più diffusi sono la pergola ed il guyot.

I vitigni a bacca bianca più diffusi sono: Pinot Grigio, Gewurztraminer, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon, Muller Thurgau, Moscato Bianco, Moscato Giallo, Nosiola, Riesling Renano, Veltliner, Sylvaner.

I vitigni a bacca rossa più diffusi sono: Lagrein, Pinot Nero, Caberbet Franc, Sciava Gentile e Schiava Grossa.

Le zone più importanti per la produzione dei vini sono:

  • Valle dell’Adige, in cui si producono prevalentemente vini bianchi anche con un elevato potenziale di invecchiamento.
  • Valle dell’isarco, in cui si producono vini bianchi fruttati, prevalentemente a base gewurztraminer, riesling e sulvaner
  • Val Venosta, zona ottimale sia per la produzione di vini bianche che rossi.

I piatti tipici sono: la carne salada, gli spätzle (gnocchi di farina, spinaci, uova e acqua conditi con burro fuso e speck), il puzzone di Moena (formaggio a pasta semidura, semicotta a crosta lavata di latte vaccino crudo), lo Strudel di mele.

La viticoltura è presente in Alto Adige dal 500 a.C. come testimoniano i reperti archeologici. In tutta l’Italia settentrionale sono stati ritrovati oggetti come boccali e mestoli risalenti all’epoca etrusca. Nel 15 a.C. l’Alto Adige passa sotto l’Impero Romano con conseguente sviluppo della viticoltura.

In seguito con le invasioni barbariche e sulla scia di queste, la viticoltura viene implementata. Ruolo sempre importante quello dei monasteri. Qui i monaci perfezionarono la vinificazione fino a portare, durante il Medioevo, l’Alto Adige a essere un punto di riferimento per la viticoltura. Con il Rinascimento e l’annessione all’Impero Asburgico inizia la diffusione del vino alle corte imperiali d’Europa.

In epoca più recente sono due le date importanti:

  • 1850 con l’introduzione da parte dell’arciduca Giovanni d’Austria delle varietà bordolesi, borgognone e del Riesling
  • 1980 con la spinta alla produzione di vini prevalentemente bianchi di qualità