Ho avuto il piacere di partecipare a un paio di Masterclass di Wine Club sui vitigni che rappresentano la Borgogna:  lo Chardonnay e il Pinot Noir.

Entrambe condotte da Jose David Ramirez sono state un bel momento di studio e confronto.

Una breve introduzione sulle caratteristiche climatiche e territoriali della regione prima di passare alla fase di degustazione. Un territorio che gode di influenza continentale, oceanica e mediterranea con temperature mediamente basse durante tutto l’anno, un clima più fresco nella parte settentrionale che diventa via via più caldo verso sud.

La Borgogna si suddivide in zone molto differenti per quanto riguarda la viticoltura, sono diverse le influenze geologiche, le conformazioni, diverse le esposizioni, diverse le stratificazioni per quanto riguarda suolo e sottosuolo.

Qui lo Chardonnay è molto versatile. Un vitigno complesso da gestire perché neutro. Matura velocemente e accumula zucchero. Per ovviare a questo problema è stata controllata la densità di impianto. Si contano 8000/9000 ceppi per ettaro, una densità che creando difficoltà alla pianta, permette alla stessa di accumulare un quantitativo inferiore di zucchero.

Lo Chardonnay è un vitigno che a seconda delle temperature presenta differenti profili aromatici, dove il clima è più freddo i sentori sono di mela verde, pera, agrumi, cetriolo, dove il clima è moderato prevalgono la pesca insieme al melone e agli agrumi, dove il clima è più caldo banana, ananas e fichi.

Alla luce di queste nozioni, abbiamo iniziato la degustazione di sei vini alla cieca.

Primo assaggio: un vino pulito, dal colore tendente al verde. Sentori di agrumi, limone, freschezza e acidità. Fa pensare a un clima fresco. Poi una nota di burro, pietra focaia, leggera vaniglia, emergono sentori di caramello.
Potrebbe provenire dalla zona più a nord della Borgogna, qualcuno ritiene che i profumi siano simili a quelli di uno Champagne. Potrebbe essere uno Chablis.
Un assaggio mediamente intenso. Malolattica presente, percettibile, Spezia dolce, zafferano. Come potrebbe essere collocato nella classificazione regionale? Premier Cru? Grand Cru?

Passiamo con questo punto interrogativo al secondo assaggio. Lo Chardonnay regala sentori di erba, fieno, nota floreale, freschezza, buona acidità, leggera spezia, ottenuta da un legno probabilmente non nuovo, più facilmente esausto, si percepisce comunque la provenienza del vino da una zona fredda, si sente il gesso. Media intensità al naso, emergono sentori secondari. Banana, media acidità, un corpo leggero. Poco alcol. Comunque proveniente da un clima non caldo.

Terzo assaggio, frutta più matura, un assaggio più morbido, secco, media acidità, percezione maggiore di alcol, medio corpo, proviene probabilmente da una zona più a sud, percezione di una nota quasi oleosa. Mela, frutta tropicale.

Quarto vino, colore più tendente all’oro, media intensità, sulfureo, pietra focaia, parte citrina ancora presente, sapidità, acidità, unami. Parte una discussione sul sentore di fungo non inteso come difetto. Probabile riposo in differenti tipi di legno, naso minerale, affumicato, finale di mandorla, spezia pronunciata, alcol presente ma non preponderante, glicemico, lungo.

Quinto assaggio. Zolfo, naso chiuso, aromi primari sovrastati dai secondari, albicocca, spezia dolce, zafferano pronunciato, strutturato, pesca. Una nota amaricante conferma l’uso del legno. Percezione di un’eleganza differente.

Sesto assaggio, affumicato sia al naso che in bocca, pesca, note di frutta più tropicale, albicocca, nota balsamica, cipria, talco. Nasce un piccolo dibattito su un sentore, probabilmente dato da piccola riduzione da mancato Batonnage. Poi emerge la parte vegetale. Medium body.

Vini bianchi degustati durante la Masterclass.

1 Chablis Premier Cru, Cristophe et fils, 2019
2 Aligoté, Côte des Nuits, domaine Trapet Rochelandet 2020
3 Maconne village Nicolas Maillet
4 Saint Aubin en Remilly, Premier Cru, Vincent Bodelet
5 Puligny Montrachet Village, Albert Bichot 2019
6 Poully Fuissé, Chateau de Rontes, clos Varambon

 

Degustazione vini di Borgogna Chardonnay

La seconda masterclass riguardava il Pinot Nero.

Vitigno delicato, acini piccoli, buccia sottile. Uno dei Vitigni più antichi, più sensibili, più nobili, più difficili da coltivare. Ostico da portare a maturazione, un vitigno dalla grande instabilità genetica dovuta alla mancanza di biodiversità. Il Pinot Nero germoglia presto e viene vendemmiato in tempi ristretti.

Racconta molto bene un territorio complesso, emerso dall’oceano, dal mare, con una stratificazione di suoli e sottosuoli e una grandissima parcellizzazione. Molte le differenze in pochi metri che modificano il comportamento di una pianta.

Il primo assaggio si presenta rosso rubino, mediamente intenso, si percepisce subito l’alcolicità, un leggero sentore speziato e una nota verde. Sembra provenire da una zona settentrionale. La poca complessità, l’acidità, sembrano confermarlo. Corpo medio, non grande persistenza. Nota floreale, rosa spina, china, nota mentolata, balsamica. Sembra un vino giovane.

Il secondo assaggio è un colore decisamente più scuro, nota violacea, più intenso al naso, nota balsamica più presente, spezie, frutta più matura. Probabilmente si pensa all’utilizzo del legno. Fresco, buon acidità, morbido, caldo, succoso, sembra provenire da una zona più calda o da una macerazione più lunga. La parte floreale non svanisce, vino elegante, si percepisce una nota gessosa.

Il terzo vino si presenta di media intensità, fiore bianco, gelsomino, frutto più fresco, nota affumicata, spezia nera dolce, bella acidità e freschezza, fragola, tannino dolce ma ben presente, interessante la salivazione che ritorna continuamente dopo ogni assaggio. Vino più persistente sembra comunque provenire da una zona territoriale fresca.

Il quarto Vino è rubino granato scarico. Tanta spezia, frutto di bosco, si percepisce una parte più animale, di cuoio. Vino più etereo, si percepisce una parte più liquorosa. Nota di sottobosco, terreni più carichi, ghiaiosi, roccia, in bocca più caldo, più ruvido, acidità media, traccia ematica, ferroso forse poca corrispondenza tra naso e bocca.

Quinto assaggio, rosso rubino più carico, buona alcolicità, etereo, nota primaria che rimane sempre, nota secondaria ben definita, nota erbacea che ritorna anche dopo l’assaggio. Arancia rossa scura, acidità, potente, caldo, intensità pronunciata, tannino presente.

Ultimo bicchiere, al naso intenso, buona alcolicità, composta di frutti rossi, floreale, naso molto fine, ferro, balsamico, parte verde. Buona acidità, tannino, nota floreale nel retrolfattivo.

  • Bourgogne Gevrey Chambertin 2018 Domaine Trapet Rochelandet
  • Comunale Gevrey Chambertin 2018 vecchie vigne Domaine Trapet Rochelandet
  • Chambolle Mousigny 2019 Albert Bichot
  • Nuits Saint Georges Village 2017 David Duband
  • Aegerter Pommard 2016
  • Volnay vecchie vigne 2016 Domaine Joseph Voillot

Una degustazione “altamente didattica”, un’occasione per fissare meglio territorio e caratteristiche. Concentrarsi sulle caratteristiche del vino per capire la sua provenienza, il suo percorso e immaginare come può porsi all’interno del mercato.

Info e date Masterclass, sul sito Wine Club.