Vini Bianchi: L’archetipo, Greco Bianco 100%.

Interessante ed affascinante realtà quella della cantina a conduzione famigliare L’Archetipo. Con una filosofia che ha abbracciato la biodinamica per andare poi oltre. Un ritorno allo stato primordiale, alle forme naturali come sola via percorribile in ogni aspetto della nostra esistenza. Un percorso attraverso venti anni di agricoltura biologica, cinque anni di agricoltura biodinamica ed ora una conduzione sinergica. Scelte che hanno portato ad un terreno assolutamente sano dove nascono vini non artefatti, come richiesto dai principi di Masanobu Fukuoka e Rudolf Steiner.

In questo contesto che lascia molto spazio alla natura persino un vitigno difficile da vinificare come il Greco Bianco arriva ad esprimersi nel bicchiere con un grande carattere dove all’interno della complessità sensoriale non trovano spazio note spigolose.

L’Archetipo, Greco Bianco in purezza proviene da 20 ettari di vigneti, situati nella murgia barese a 320 m. sul livello del mare. Qui il terreno argilloso-limoso è molto ricco di humus grazie all’agricoltura sinergica raggiunta dopo 20 anni di biologico e 5 di biodinamico. Lieviti indigeni per un vino che non viene sottoposto a chiarifiche e filtrazioni.

archetipo greco bianco, nel bicchiere giallo dorato e belle consistenza

In etichetta una dedica ai due maestri e un invito all’uomo a ritornare ai principi della natura a piccoli sorsi.

Alla vista il vino è giallo dorato. Bellissima la luce che lo attraversa. Trasmette calore. Consistente.

Al naso intenso, complesso e fine. Molto interessanti le note di frutta matura. Mela cotogna, ananas e floreali, fiori di campo e fieno. Sul finale una nota dolciastra di miele. Il sorso è secco, caldo, morbido, interessante acidità, sapidità che invita ad altri sorsi.

Puro, sincero, schietto. Caratteristiche che derivano dalla vigna ma anche dalle scelte di cantina.

Vino che esalta la natura ed i suoi equilibri, bell’esempio di come un vino non artefatto sia decisamente piacevole al naso ed in bocca. I vini senza interventi da parte dell’uomo non devono comunque avere “strani sentori” che rappresentano, a mio modesto parere, dei difetti. Chiedo a chi ne sa più di me.

Conoscete questa cantina? L’avete mai provato? Cosa ne pensate?

All’uomo allontanandosi cosi tanto dalla natura, trovarsi d’un tratto di fronte a una Sua autentica espressione, può anche infastidirLo, ma giungere a tale consapevolezza è già un primo passo nella Sua direzione: continuiamo il percorso a piccoli sorsi.

Francesco Valentino Dibenedetto