L’azienda Pepi Lignana si trova in Maremma, affacciata sulla Laguna di levante di Orbetello.
L’anima dell’azienda è Giuseppe (Pepi) Lignana. Classe 1937, piemontese, Pepi è stato un ingegnere che ha collezionato successi in Italia e in Sud America. Nominato cavaliere del lavoro, oggi vive stabilmente nella tenuta, acquistata da suo padre nel dopoguerra.
Percorrendo l’Aurelia, in un viaggio tra il Piemonte e Roma, l’auto su cui il padre viaggiava si era proprio fermata qui, davanti ai terreni della tenuta. Chiese aiuto alla fattoria Il Casalone. Si innamorò degli spazi e decise di acquistarli. Ma quella che doveva essere una semplice dimora di vacanza si trasformò ben presto in una appassionante avventura.
La poca pioggia durante l’anno, gli inverni miti, le estati ventilate e una brezza dal monte Amiata frequente sono le condizioni climatiche che in questa natura selvaggia preservano le uve dalle malattie. Qui la coltivazione della vite avviene sin dai tempi più antichi e nel Catasto Leopoldino di inizio Ottocento viene citata la Vigna Colombi, da cui prende ispirazione l’etichetta dell’azienda “Poggio Colombi”.
La famiglia Lignana inizia la produzione di vino partendo dai bianchi. Gli ettari acquistati sembrano infatti più vocati alla produzione di Trebbiano, Ansonica e Vermentino Sangiovese in minima parte.
Non manca però la curiosità e gli anni a cavallo tra il 1990 e il 2000 diventano gli anni della sperimentazione. Il reimpianto del 2003 contempla i vitigni internazionali. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot e Viogner affiancano gli autoctoni in una produzione di vini che guarda sempre più Bordeaux.
La diversità del suolo suddivide la fattoria in due macroaree vitate che rientrano nelle denominazioni D.O.C. Maremma Toscana e IGT Toscana:
- una zona più alta, con terreno argilloso-limoso con tessitura di medio impasto per i vitigni a bacca bianca
- una zona più bassa, con una percentuale di sabbia più importante per i vitigni a bacca rossa
Nel 2014 è stata inaugurata la nuova ed efficiente cantina.
L’azienda ha a cuore la sostenibilità. La produzione di energia avviene da fonti rinnovabili. Sul tetto dell’agriturismo è stato installato un impianto fotovoltaico. I concimi sono naturali e prodotti in azienda. Il diserbo è meccanico, sono biologici da sempre anche se in assenza di certificazione, praticano il sovescio e lavorano esclusivamente uve di proprietà.
La produzione aziendale si assesta sulle 100.000 bottiglie, per l’80% destinate al mercato estero: Francia, Olanda, Danimarca, Svezia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Brasile, Sud Africa.
Le bottiglie rimandano a un’altra passione: il mare. Cerida è la barca a vela di famiglia, varata nel 1938 e acquistata dal padre di Pepi Lignana in Inghilterra nel dopoguerra. In etichetta la stilizzazione del guidone.
In cantina è il giovane enologo Nicola Berti a seguire passo passo tutti i passaggi di vinificazione.
Affascinante, durante la visita, il racconto di Pepi Lignana sulle foreste francesi da cui proviene il legno utilizzato in cantina: “Napoleone fissò, come un reticolato di una tavola pitagorica, su tutta la Francia, in ogni quadrato c’è un ingegnere forestale. Non si muove foglie che ingegnere non voglia. E’ una gestione molto seria, curata e profondamente programmata, quella delle foreste in Francia. Non si possono tagliare piante che abbiano meno di 150 anni. Ti trovi nel legno ancora i colpi di mitragliatrice della grande guerra, ma nonostante questo le foreste delle Ardenne sono uno spettacolo”.
La degustazione è un focus su tre vitigni: il Viogner, il Cabernet Sauvignon e il Petit Verdot.
Pitorsino, Viogner in purezza, 4000 bottiglie prodotte. Lavorazione accurata, vendemmia manuale tra fine agosto e primi di settembre, legno molto calibrato e sosta in barrique su fecce fini. Il fil rouge che lega i tre assaggi è la sapidità.
Pitorsino 2021 – annata calda e siccitosa, ottobre caldo, gestione della chioma e sfogliatura prima della vendemmia, nessun problema sanitario. L’acidità è stata preservata controllando l’alcol con raccolta precoce. Giallo oro con sentori di frutta secca, noce, acacia, fiori carnosi e pompelmo. Corpo pieno, tensione acida e sapidità
Pitorsino 2020 – annata equilibrata e fresca, piogge nei tempi giusti, uve in equilibrio. Sottofondo minerale, miele millefiori, sensazioni fruttate anche di frutta candita.
Pitorsino 2019 – annata calda ma senza difficoltà, vendemmia a settembre, giallo oro caldo e limpido. intenso al naso con note di frutta matura, anche tropicali, mango, melone bianco. Sapidità spiccata, erbe mediterranee.
Il rosso in degustazione è il Cucchetto, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot al 15%.
Cucchetto 2018, raccolta a metà settembre, fermentazione a 26,27 gradi per 10 giorni. Le uve vengono vinificate separatamente. Fermentazione in barrique di rovere francese per 18 mesi. Annata più calda ma regolare, uva sana. Preserva l’aroma varietale del Cabernet Sauvignon. Frutta matura, mora, mirtilli, percezioni balsamiche, sapidità sempre presente. Il più francese dei tre assaggi.
Cucchetto 2017, poca produzione. Raccolta anticipata. Naso complesso. Non separazione delle vette olfattive, armonico. Sensazione di freschezza, note tostate, fumé. Freschezza anche in bocca. After eight, bastone di liquirizia.
Cucchetto 2016, frutta rossa, fragola, cassis, lampone, mirtillo, note meno cupe rispetto al 2017, rabarbaro, macchia mediterranea, mirto, ibiscus, sanguinella. Vaniglia in bocca, sottile, elegante, completo.