Da qualche anno se ne parla, l’argomento suscita dubbi e curiosità, nonché un dibattito intorno alla filosofia vegana che esclude ogni prodotto di origine animale. 

Il vino non è vegano? Ma se il vino deriva dall’uva, cosa c’entrano gli animali? 

Alcuni prodotti di origine animale vengono impiegati per la chiarifica del vino, passaggio che permette di rendere il vino limpido. La limpidezza è una caratteristica che rende il vino commercialmente più appetibile.

I prodotti di origine animali impiegati sono diversi:

  • L’albumina: l’albume, il chiaro dell’uovo, impiegato fin dall’antichità, induce la precipitazione di eventuali sospensioni proteiche. L’albume d’uovo ha un profumo che non va ad interferire in alcun modo sulle caratteristiche olfattive del vino. Una volta mescolati gli albumi si aggiungono, alla massa del vino. Dopo una settimana, il vino risulta limpido. L’albume porta alla precipitazione di proteine e tannini in eccesso, che verranno più facilmente separati;
  • La caseina: derivato del latte, permette l’eliminazione dei polifenoli e viene maggiormente utilizzata per la chiarifica di vini bianchi;
  • Gelatine animali: come la colla di pesce, permettono di catturare i sedimenti finali.

Attualmente il claim “vegano” e “vegetariano” attribuito ai prodotti non ha tutela da norma di legge. Pertanto le diciture “vegano” o “vegetariano” sono facoltative, pur avendo l’obbligo di sottostare alle norme generali di veridicità. 

Il consumatore vegetariano e vegano può avere difficoltà nel riconoscimento dei prodotti adatti alla sua esigenza. In particolare, il vino. Sull’etichetta infatti non è richiesta l’indicazione dei coadiuvanti tecnologici o degli additivi utilizzati durante il processo di produzione.

Certificare e riconoscere un vino vegano

vino veganoEsistono certificazioni per identificare e distinguere il vino vegano.

Queste certificazioni vengono rilasciate esclusivamente alle aziende che si assoggettano al disciplinare di alcune organizzazioni o sistemi di controllo indipendenti che si propongono di garantire e valorizzare i prodotti destinati ad un pubblico vegano o vegetariano.

Come si possono distinguere? 

Ci sono dei marchi che possono identificare questi vini, tra i più noti il marchio Vegan, promosso dalla Vegan Society; il marchio V Label promosso dall’Associazione Vegetariana Italiana; il Certificato Vegano, rilasciato CCPB e Vegan e Bio Vegan, rilasciati da ICEA.

Per coerenza con la certificazione scelta e per rispetto della sensibilità vegana, nei vini certificati è opportuno evitare indicazioni di abbinamenti con piatti a base di carne o pesce.

Il numero di vegani è, secondo il rapporto Eurispes, fortemente aumentato ed ha raggiunto nel 2020 il massimo storico.

Rappresenta pertanto un mercato appetibile.

Approfondimenti:

Prodotto vegetariano: esclude in tutte le fasi di realizzazione l’utilizzo di sostanze di origine animale ottenute con il sacrificio o il maltrattamento di animali. È ammesso, però, l’impiego di uova, latte e miele.

Prodotto vegano: esclude in tutte le fasi di realizzazione, in vigna, quindi partendo dalla gestione del vigneto e dalla cura della vite, l’impiego di ogni sostanza di origine animale anche se ottenuta senza sacrificio o maltrattamento di animali.